martedì 17 aprile 2012

Storia e manipolazione della verità storica

Dall'intervista al prof. Franco Cardini

Il conformismo è, da sempre, nemico della verità e dell’impegno civico. Specie quello che passa nei manuali scolastici e nelle idées reçues. E soprattutto quello che per illegittima difesa di poco nobili interessi e di chiarissimi obiettivi di potere pretende addirittura di venir tutelato dalla legge, sottraendo temi e problemi storici alla discussione e alla ricerca, per farne oggetto di immobili dogmi attentar ai quali sarebbe un crimine. La verità storica non è un dato assoluto né incontrovertibile: essa dipende sempre e comunque dalla ricerca, dal progresso tecnico e metodologico della ricerca, dalla libertà della ricerca.
Una componente necessaria di tale libertà di ricerca è la verifica, la revisione, quando è necessario la ritrattazione. Uno storico serio, oggi, deve rivendicare con fierezza il diritto di rimettersi in causa se ritiene di avere sbagliato e di cambiar idea tutte le volte che ciò sia reso necessario dall’evidenza dei risultati delle ricerche. È necessario essere revisionisti in tutto e per tutto, a trecentosessanta gradi. Per parafrasare il grande Shakespeare, se c’è qualcuno che vuol vivere di rendita e aver sempre ragione nascondendo la sua ignoranza e la sua malafede dietro la pretesa che le sue menzogne vengano difese da leggi assurde, che si faccia avanti e che parli: perché è lui che noi sfidiamo.

Nessun commento: