domenica 22 aprile 2012

archistar e movimentisti: le nuove bugie su Napoli

Un attento lettore di Repubblica Napoli fa giustizia sintetica, ma non superficiale, di molti luoghi comuni e della retorica prevalente a proposito di una delle città più sfortunate del mondo.
Concisi ma assai incisivi i suoi commenti: " La volgarità, la strafottenza, l'approssimazione, il malaffare, la delinquenza ci hanno avvelenato per troppo tempo e continuano a farlo. ..- dobbiamo prendere le distanze da chi la infiocchetta, manco fosse una sciantosa, da nastrini rossi ... Napoli non può essere un luogo dello spirito in cui la fantasia e la creatività sovrastano la realtà e diventano il suo rumore di sottofondo ... una metropoli che ha di questa tutti gli svantaggi e pochissimi vantaggi."
Condivido in larga parte la sostanza di questa argomentata opinione. e ritrovo in questi accenti alcuni spunti già sviluppati in altri post recenti e più risalenti del mio blog.
Ogni volta che abbiamo creduto o sperato in qualche nome nuovo o in qualche movimento che sembrava di rinascita, ci siamo dovuti ricredere. "Impupazzamenti" urbani, finte rivoluzioni di organigrammi e nomi di dipartimenti, proclami forti smentiti da fatti deludenti o fallimentari.
Nella sostanza la effettiva incapacità delle amministrazioni comunali succedutesi nel tempo ad affrontare anche uno solo degli innumerevoli mali da cui è affetta questa grande malata.
E troppo spesso anche l'onesta ammissione dell'enormità del problema e delle ridottissime facoltà degli amministratori è stata taciuta fino alla deflagrazione di questo o quel problema.
A quel punto il rinvio inevitabile alle responsabilità del centro, all'incidenza del grande nemico rappresentato dalla criminalità
Anche negli anni '60 c'era la criminalità napoletana e campana ad opprimere la città. Ma si mantenevano ai confini del malaffare: furti, scippi contrabbando di sigarette, piccoli soprusi di quartiere nel quale regnava la pax assicurata dal guappo di zona.
I veri guai sono cominciati con la contaminazione e poi con la sovrapposizione di crimine e politica. Come si fa a farsi eleggere in Comune? Ci vogliono centomila voti di preferenza? Ecco che scatta lo schema dell'integrazione tra uomini bendati e colletti bianchi. Fino al punto di confondere gli uni con gli altri e di creare gruppi di interesse economico dove non si distingue più capitale e manovalanza.
Città estrema? Oppure ridotta allo stremo dalla sua stessa incapacità di osservarsi e di risollevarsi. Di ritrovare una dignità forse non di popolo, che non è mai stato tale in senso proprio, ma una decenza di comunità civile. Quel minimo etico fatto anche di di convenienza pratica, di intelligenza spicciola, di consapevolezza del tanto da fare.
Sempre peggio invece. Ci blindano la città per una manifestazione nautica sbandierata come grande. Che si rivela un flop da tutti i punti di vista.
Se era il fiore all'occhiello, magari l'unico della nuova giunta, farebbero bene ad archiviarlo presto e a non aggiungere altri danni a quelli già prodotti. Già si sentono le solite sirene stonate di archistar e movimentisti un tanto al chilo che si posizionano rispetto ai fumosi progetti che potrebbero scaturire da quelle rovine da Americas' Cup.
Scomparite per favore, fatevi da parte, non sappiamo chi potrà fare il bene civico. Sappiamo per certo che voi rappresentate una porzione, non trascurabile, dei mali accumulatisi. In un'altra parte del mondo vi avrebbero perseguiti e messi alla gogna. Dobbiamo ancora sopportarvi?


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