giovedì 10 ottobre 2013

Il mio gatto mi vuole bene

Avevo finito con gli impegni di studio e stavo decidendo del mio tempo libero prima del pranzo. Una bella sensazione, quella della illusione di  poter scegliere se fare una cosa piuttosto che un'altra. L'acquisto del quotidiano, un saluto all'amico corniciaio matto, un giro per il centro approfittando del raggio di sole che mi accompagna.  Mi saluta una signora, una bella signora di una certa età. Di quanti siano i suoi anni sono certo, e' stata compagna di classe del liceo ed era la ragazza più carina della sezione  E della mia scuola. Le chiedo come va e con una smorfia mi rivela che è reduce da un intervento di angio plastica a seguito di un infarto.
Cambio discorso appena posso, ho un ricordo di lei, ragazza bella e corteggiatissima e sentirla ancora sofferente per la recente malattia mi dispiace assai. Ma lei, che oltre che leggiadra e' anche lucida ed immediata, accetta di divagare. Parliamo di una coppia di compagni che si sono sposati tra di loro e abitano nelle vicinanze. Il tempo per una rapida considerazione: ben tre matrimoni tra compagni nella mia classe e purtroppo un'altra triste riflessione. Alcuni di loro non ci sono più, scomparsi prima dei sessanta anni.
La mia compagna mi racconta dei nipoti. Io replico con la mia speranza di fare il nonno. Prima che sia troppo tardi. E di come confidi nella mia Ester, visto che Giovanni non sembra per niente disposto ad accontentarmi.
Saluto galante con un baciamano la compagna e mi allontano pensando a quanto sia fortunato. Tempo libero, una salute apparentemente accettabile che mi consente di programmare un pomeriggio di tennis, la speranza di un nipotino, il pensiero di tornare a casa dove grazie alla mia Elisabetta vivo in serenità e senza tensioni. Il piacere di carezzare il mio gatto che mi vuole bene.
Ma vuoi vedere che sono un anziano felice e non me ne accorgo?