domenica 20 ottobre 2013

Password, che passione!

Sarà una tara generazionale o soltanto un'idiosincrasia personale, ma confesso di non farcela più con le password. Sono ormai richieste ovunque, tra poco ci vorranno per soffiarsi il naso, lavare la faccia.
"E' richiesta password" e ti assale l'angoscia. Quale sarà ? Quella col nome del cane, quella che ricorda uno scomparso zio d'America, quella corta, quella lunga, con maiuscole e minuscole, ovvero con l'inserimento di cifre? Una Babilonia nella quale ci intorcigliamo volontariamente, affrontando le insidie del web. Transeat per la posta elettronica, serve per proteggere la riservatezza. E mi chiedo come si facesse  prima, quando il portiere sapeva tutto della vostra relazione con Luana?  Mettere la password al guarda porta era di fatto impossibile, lui era in grado di prevedere mosse e spostamenti perché teneva a mente tutte le missive infuocate che nel tempo erano passate prima al suo vaglio e poi alla vostra lettura.
Provate ad andare su un sito istituzionale, tipo INPS, Agenzia Entrate, Poste o più semplicemente quello del vostro gestore telefonico. Un'orgia di richieste: sei registrato? Hai già declinato generalità e altri fatti tuoi all'investigatore di turno? Quante volte ti tagli i capelli in un mese? E come si chiamava il primo fidanzato di tua cugina Olivia? 
Scusate ma io volevo soltanto un'anticipazione sulla pensione per sapere se questo mese posso acquistare il cappotto per l'inverno o della Raccomandata inviata al padrone di casa. Niente!
Implacabile la pretesa di una password con almeno otto numeri, una maiuscola, un'alternanza tra cifre e lettere. E le tue proposte di pw risultano tutte di scarsa protezione, facendoti sentire un po' più tartufo di quanto in realtà non sia.
Ho provato ad arginare questa inondazione col classico quadernetto a righe della terza elementare, ma in tempi di pre demenza senile dimenticavo sempre dove l'avessi nascosto.
E alla fine? Ho tentato un "backup" con uno dei figli, quella capace, perché l'altro si dimentica pure il nome suo. Ma la figlia sveglia, dopo un breve periodo di supporto, mi ha fatto capire che ha cose sue da fare e ricordare per il lavoro e che nel mio caso forse è meglio rassegnarsi. Che avrà voluto dire?