mercoledì 14 maggio 2014

il cinghiale che non amo

Prima di esprimere un qualsiasi giudizio sui cinghiali invito chi ne avesse voglia a farmi una visita in campagna. Periodicamente mamma cinghiale sforna una nidiata di cuccioli. Che sono di una bellezza speciale. Al mio rumoroso arrivo quasi non si scostano. Sono stati avvisati dalle poiane di vedetta che trattasi di umano fesso, ma non pericoloso, anzi amorevole al punto da alimentare  la faina che tutti i giorni deposita la sua digestione sotto il portico. E mica è colpa loro se mamma cinghiale adora le ghiande di cerro che cadono copiose in certi momenti dell'anno. Perciò non li disturbo e ogni volta cerco di fotografarli. A tutto c'è un limite, però. I vispi facoceri se la filano all'inglese, mentre estraggo il telefono o l'ipod nel vano tentativo di violare la loro privacy.
Questo per dirvi che adoro questo genere di animali, vitali, adattabili, resistenti ad ogni fatica e condizione di vita. Che devono soltanto preoccuparsi di sfuggire alla crudeltà e stupidità di quel solo animale a due zampe che uccide senza necessità, in modo vile, usando le armi e non affrontando il rivale a mani nude.
C'è una  eccezione a questa mia simpatia, dovuta più alla mia cattiva abitudine di assimilare gli umani agli animali che alla realtà
Da tempo conosco un tale che sin dal primo sguardo mi è sembrato un brutto e grufolante cinghiale. Pessimo esempio di arroganza, di ingiustificato autocompiacimento. Le strane vicende della vita hanno permesso che, pur in assenza di sue effettive qualità, questo tanghero si sia trovato ad occupare nel suo settore ruoli di rilievo.
Non ho particolare competenza, trattandosi di ambito  lontano dai miei interessi. Però da sempre ho fatto mio un principio: un coglione è sempre un coglione, immerso in qualsiasi contesto. E da voci di suoi colleghi, uno in particolare a me molto caro, ho avuto la conferma che anche nel suo campo è stato sempre considerato un ebete, ma capace di sgomitare con ogni mezzo, lecito e meno lecito, pur di centrare i suoi obiettivi.
Ora il cinghialaccio è diventato anziano. Basterebbe questo dato per non parlarne più. Macchè, lui rompe quotidianamente con certe notizie assolutamente inutili, di cui non frega niente a nessuno. Giusto a lui, per ricordarsi di essere vivo. Si limitasse a questo, potremmo quasi dichiararci  contenti di questa forma di progressivo rincoglionimento. Non contento, di tanto in tanto si lascia andare a raccapriccianti analisi politiche. Il suo amato ex cavaliere e badante di anziani sembra in disgrazia e lui pur di riparlarne riesce persino a rimestare  fantomatici complotti internazionali.
Per essere vicino al suo idolo, potrebbe sempre proporsi per una collaborazione nel pulire i cessi di Cesano Boscone. Finalmente vedrebbe rappresentate al meglio le sue potenzialità e ci risparmierebbe i suoi quotidiani risultati nelle disfide  al tavolino da gioco.