martedì 3 dicembre 2013

4/4 misura o premio alla carriera?

Chi è coinvolto nel tennis come il vostro etrusco - da troppi anni, solo 50 - conosce l'eterno interrogativo sul come fare le classifiche dei giocatori.
 In breve, la Federtennis periodicamente aggiorna le classifiche dei tesserati adottando propri criteri di valutazione della cifra tecnica raggiunta dai singoli.
Molti anni addietro esistevano nelle regioni apposite commissioni, composte in prevalenza da maestri, che a fine anno davano le pagelle ai giocatori che avessero disputato tornei. 
C'erano così anni in cui si privilegiavano le potenzialità degli atleti, specie i giovani, altri in cui si faceva prevalentemente riferimento ai risultati conseguiti. 3 categorie, poi diventate 4, con sottogruppi e suddivisioni.
Il sistema si prestava a manipolazioni e favoritismi. La reazione fu quella di adottare, anche grazie all'uso crescente della tecnologia, un criterio meramente numerico, con coefficienti che conducono a certe classificazioni.
Non mi dilungo sull'argomento, già lungamente dibattuto dagli addetti ai lavori.
Le conseguenze del meccanismo attuale sono in molti caso aberranti. Giocatori modestissimi vengono premiati per aver conseguito punti, magari per aver vinto una singola partita con avversari meglio classificati, ma in giornata storta.
E' quanto successo al vostro etrusco che, approfittando di un paio di risultati giusti in un unico torneo, si trova ad aver ricevuto una importante classificazione per il 2014. 
4/4 rappresenta il terzo gradino della quarta categoria, un livello già interessante che, a titolo di esempio, e' stato attribuito per quest'anno anche a Gaetano Di Maso, ex Davis man italiano degli anni '70.
Che fa il vostro etrusco? Se ne va di testa ed immagina di essere diventato bravissimo di colpo? Oppure si ricorda di essere stato sempre un "pippone" di buona volontà, anche se con tanta passione.
Ma mi chiedo: proprio ora che le gambe, un tempo punto di forza, mi stanno progressivamente lasciando? 
Nel tempo ho acquisito una certa dimestichezza con il gioco, ma la tecnica e' quella che è. Cioè poca ed approssimativa.
E allora? Ho capito, si tratta di un premio alla carriera, come quelli conferiti ad artisti alla fine della loro stagione attiva, spesso avara di riconoscimenti ufficiali. A conferirmi il riconoscimento per i 50 anni di gioco non un comitato d'onore, ma un gelido computer. Però sono contento lo stesso e se dovessi avere la fortuna di un nipote potrei sempre raccontargli di essere stato un grande giocatore!