domenica 22 dicembre 2013

Riflessioni di Natale

Il caos calmo di questo periodo conduce a qualche riflessione, tra noiosissime tombole e tornei pseudo tennistici, fuga dai regali e falliti tentativi di smarcamento dalle libagioni che inevitabilmente accompagnano le feste.
La tombola. Ce la ricordiamo tutti, magari collegando quei momenti di ieri alle immagini dei nostri austeri vecchi che una volta all'anno si concedevano questa parentesi ludica. Dovevano giocare tutti e si favorivano, apertamente e con qualche protesta, i più piccoli che erano contenti di quel contatto di  gioco con nonni e zii, mondi molto spesso lontani.
Diventata fenomeno di massa attraverso le solite americanate, pare sia la causa di molte crisi familiari. Le odierne case del bingo ospitano casalinghe che disertano le famiglie, perditempo che provano ad andare avanti per qualche giorno e tutta la varia umanità dei drogati di gioco.
La  tombola del vostro etrusco si svolge da qualche anno presso una coppia di simpaticissimi amici. Due tipi da conoscere per la loro affascinante originalità, per il modo semplice ed al tempo stesso raffinato di ospitare un numero imprecisato di amici. Cene squisite, preparate prevalentemente da lui, ingegnere, docente, ristoratore avventuroso e fortunato, ma organizzate ed ideate nei dettagli dalla moglie. Donna simpatica e spontanea, con tempi teatrali da attrice di alto livello che mette tutti gli ospiti a loro agio.
A questa ospitalità di livello tutti i partecipanti offrono in cambio la loro serena sopportazione verso la tombolella, che ha i suoi rituali. Chi deve estrarre i numeri e chi li deve leggere? A parte un paio di soggetti estroversi, il resto della compagnia risulta di tipo standard: timidi, riservati, alcuni seriosi, impacci di vario genere. Superati come sempre e si parte. Il risultato? Una palla infinita, molte sommesse proteste, le solite banalità riservate all'occasione. La più gettonata quella di gridare ambo al primo estratto e così di seguito.
Vincono sempre gli stessi, ma nessuno intende aprire alcuna indagine sulla legittimità di queste vincite. L'importante è finire, come diceva una famosa canzone di Malgioglio, onorata dall'interpretazione di una Mina d'antan.
I padroni di casa meritano questo sacrificio e persino la nostra riconoscenza. L'alternativa sarebbe sprofondare in un divano ad assistere al teatrino della nostra politica.
 Dove persino un signore mesto, che nel mio immaginario potrebbe impersonare il  perfetto amministratore di un medio condominio, ma che invece svolge la funzione di ministro dell'economia, dichiara di essersi turbato, essendosi sentito offeso dal gesto di un notorio imbecille che intervistato da Fabio Fazio ha fatto il gesto dell'ombrello all'indirizzo del fisco italiano.
E' vero piuttosto che il fisco nostrano compie quotidianamente il fatidico sfanculaggio del povero popolo italiano, sempre più tartassato. Ignorando qualsiasi emergenza e stringendo il cappio del collo sempre più smagrito del contribuente.
Caro Saccomanni, tu sei a quel posto perché non avevano migliore (?) risorsa da impiegare. Ma almeno, non ci decorticare le pudenda con il tuo sdegno. Tu  e quello sfessato dell'intervistato vi meritate. Siete il recto ed il verso di una medesima medaglia. Quella dell'Italia scassata dei giorni nostri. Farabutti e burocrati che fingete di contrastarvi. Ma che lietamente ci state conducendo al baratro.