martedì 4 febbraio 2014

abbacante iammo buono carreche

Deve essere il destino dei minori. Intendo di quelli che non danno particolarmente fastidio e proprio per questa loro mitezza sono sottoposti a continue censure. Come dicono dalle parti mie "nell'evera moscia tutte nce vanno a cacà" e scusate la volgarità.
Ma deve essere proprio così, altrimenti non si spiega la forma di ingiustificato accanimento alle povere pietre etrusche che periodicamente penso di lanciare nel vuoto. E invece colgono in qualche bersaglio che si rizela o che, ancora peggio, mi fa le bucce per l'uso definito "spregiudicato" della lingua.
"Ma chi pensi di essere, un creatore di linguaggi? Come ti permetti di storpiare parole? e ancora, questa volta l'inesorabile detrattore è il figlio. " Sta attento agli accenti, spesso i tuoi post contengono errori grammaticali e di "consecutio". Ed altri, così continuando: "perché sei timido, perché non fai i nomi delle persone oggetto degli strali?"
Fatemi campare, vi prego! La mia concezione di solitario bloggatore è  di straparlare in libertà, senza particolari attenzioni formali, fatta eccezione per il tentativo di evitare le ripetizioni, dogma che mi fu passato quando mi avventurai con pochissimo successo per le impervie strade giornalistiche.
Non faccio nomi, per rispetto del prossimo, questo è vero, ma fa parte di un costume personale manifestato anche nel semplice discorso con estranei.
E  rispondendo a quel saccente rampollo, ribadisco che mi riservo la facoltà di sbagliare. Che è una delle più grandi libertà dell'essere umano.
Essere perfetti? Ci hanno provato in parecchi, ma non mi risulta di esperimenti riusciti completamente. Lasciamoci la possibilità di dire qualche fesseria, non prendiamoci troppo sul serio che ci fa male alla salute e rischiamo di essere più spernacchiati di quanto non meriteremmo già per conto nostro.
Non posso negarlo. Il tipo umano che massimamente mi fa scompisciare dal ridere è quello del soggetto tutto preso da se stesso, che non smette di autoelogiarsi, che non tralascia occasioni per mettere in evidenza i propri grandi meriti e la pochezza del resto del mondo.
Ometti o donnette che pensano di lasciare tracce imperiture del loro transito umano. E che dimenticano quell'aforisma che, forse lugubremente, così suona " ogni cimitero è pieno di gente che si considerava indispensabile".
 
 
Il titolo riporta un detto napoletano. Traduzione:
Non dateci altro peso da portare, ne abbiamo già a sufficienza del nostro.