lunedì 24 febbraio 2014

Se almeno servisse a qualcosa

"Sarei più disposto ad accettare una religione, pur non credendoci, se solo pensassi che serve a migliorare la gente nei reciproci rapporti, ma non penso che le cose vadano così."
Ho riportato il pensiero di Andy Rooney, giornalista, scrittore ed anchorman televisivo statunitense scomparso nel 2011. Nei suoi numerosi scritti, interventi, approfondimenti ha sviluppato questo concetto, fornendo esempi infiniti di come la confessione religiosa non abbia alcuna positiva influenza rispetto alla distensione delle relazioni umane. Anzi fornisce un lugubre elenco, corredato dai numeri spaventosi degli eventi di morte, eccidi, carneficine, stragi causati dal fanatismo dei cosiddetti fedeli.
Non è un caso se, pur  lentamente, un numero progressivo di italiani, solo per restare a casa nostra, si dichiara ateo, agnostico, al di fuori di ogni credenza religiosa. Per il momento siamo in dieci milioni ed il numero è destinato a crescere con il passare dei giorni e l'ampliamento delle conoscenze umane.
Ma come, direte, non sei tu l'etrusco pieno di dubbi e perplessità ed ora ti lasci andare a questa avventurosa previsione? 
Non avete torto su questa apparente contraddizione, ma lo scorrere dei giorni e l'acquisizione di elementi più completi e più sereni di giudizio mi portano a sbilanciarmi nella direzione già detta.
Troppe volte ho dovuto con orrore subire violenze verbali in forza di una sbandierata supremazia di ordine spirituale da parte di chi si arroga il diritto di essere dalla parte del giusto. Solo perché gli hanno insegnato così, ovvero perché quella sua fede lo aiuta a vivere meglio o ancora peggio, perché siamo italiani e non possiamo che essere di una certa fede. 
Ma scherzi o fai sul serio? Il tuo libro di principi dovrebbe essere meglio dei tanti  altri libri che dicono sostanzialmente le stesse cose ad uomini di altre latitudini?
Difendiamo le nostre coscienze, quelle dei nostri figli e nipoti, dei giovani che ci circondano. Diamogli esempio di correttezza, di coerenza, di accettazione dei nostri errori senza confessioni o penitenze. Insegniamo loro il valore della logica applicata al ragionamento di tutti i giorni, senza stravolgimenti di parte o compiacimenti di fazione. Gli passeremo un modello di vita che non farà "miracoli", ma sarà per loro un sostegno davvero spirituale.

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