lunedì 3 febbraio 2014

a noi la malapasqua

Non so quante altre vicende possano risultare utili a rappresentare lo stato della società italiana meglio di quella del dimissionato presidente dell'INPS. 
Un signore, diciamolo pure, con la  faccia da gestore di sala biliardo - con grande rispetto per la categoria - capace di sommare un numero di cariche in enti pubblici e parapubblici tale da sconvolgere ogni statistica e guadagnarsi la citazione nel Guinness.
C'era da coprire un buco nel reticolo dei mille consigli di amministrazione? Era l'uomo della provvidenza, indicato da tutti per la sua capacità, buono per tutte le stagioni, certo ideale  per la poltrona di presidente dell'Ente di previdenza. Ma anche di consigliere di amministrazione dei giocolieri di strada; o di tesoriere dei "madonnari", i pregevoli artisti che disegnano sui marciapiedi; ovvero consulente dei pestatori di pistacchi di Bronte. e tanto ancora..
Non c'era che lui, o se in quel periodo si sentiva un pochino stanco, in via gradata,  l'incarico prestigioso e lucroso poteva andare  alla consorte, altro supercervello italiano.
E' un conforto sentirsi connazionali di cotanta eccellenza. 
Come in tutte le storie di famiglie italiane perfette, capita sempre un granellino di sabbia destinato ad inceppare una così magnificente macchina da guerra. 
L'invidia, si sa, colpisce inesorabile. Persino questa splendida famiglia che nulla faceva per attirarla e viveva così defilata!
Così la storia dell'ospedale israelitico apre una prima breccia sulla irreprensibilità della condotta del nostro. Che dopo una serie di bordate di fuoco amico e nemico compie un gesto non contemplato tra i suoi saldi principi di vita. Si dimette, diciamo pure "spintaneamente" e i suoi guai non finiscono qui. Questi diavoli di invidiosi riescono a far riemergere una storiella di qualche anno fa. 
Intendiamoci, una fesseria, secondo la quale Mastrapasqua per la sua laurea in Economia  si sarebbe comprato un paio di esami "tosti", che non avrebbe mai sostenuto. Direbbe Fiorello: "so ragazzi!", vicende da sbarbatelli senza troppa voglia di studiare, mica cose serie.
Solo che a questo "fantalaureato" un po' troppo di disinvolto, la nomenclatura italiana, su indicazione dello zio d'Italia, Gianni Letta, attribuisce la presidenza del massimo ente di previdenza, organismo di estrema delicatezza negli equilibri finanziari del bilancio dello Stato. 
Potenza delle famiglie giuste! Quando si dice che per vivere bene bisogna scegliersi con attenzione i genitori. Parafrasando questo saggio consiglio, il nostro si era saputo trovare lo sponsor.
E' vero, pare sia andato via. Ma per tanti anni ha dichiarato un reddito (dichiarare è diverso da percepire effettivamente) di oltre un milione e trecentomila euro per anno.
Pinzillacchere, direte voi, insieme al vostro etrusco, abituati come siamo ai nostri appannaggi da capogiro. Scomodare giudici, corte dei conti, commissioni parlamentari di inchiesta per spicciolate di quattrini? Siamo un paese - minuscolo - dove il più furbo riesce sempre a sfangarla. E vedrete che il nostro super boiardo uscirà immacolato e pronto per nuove avventure. Magari ce  lo ritroviamo presidente del consiglio. Il curriculum c'è tutto. Basterà sapere aspettare.

Nessun commento: