venerdì 21 settembre 2007

Tennis, che passione

Un circolo potrebbe essere soltanto il posto nel quale si pratica una attività gradita o si incontrano persone conosciute. Dopo 43 anni di Tennis Vomero, quegli spazi fisici sono diventati per me un posto dell'anima, un consolidato dei ricordi, un riassunto vivente della mia vita. Talvolta riesco anche a rivedermi ragazzo di 16 anni, pieno di incertezze e di false certezze. Ma più spesso sono in sintonia temporale con il posto, anche se tante volte avverto distanze dalla mentalità e dalla gente. E d'altra parte che cosa si può pretendere da un agglomerato di tipo tradizionale, al centro di una zona medio borghese di una città meridionale? Ho una personale visione dello spirito sociale, tale da superare in qualche modo le istanze individuali; è vero al contrario che quella carrozza, si muove come tutti i convogli alla velocità del vagone più lento. E durissime a morire sono le sacche di pensiero arretrate, soltanto egoistiche che considerano il circolo il posto dello "nciucio", il pettegolezzo sapido alla napoletana, la sede distaccata di affari personali. Grottesco il paragone con il club all'inglese che in qualche altro circolo cittadino viene assunto come paradigma, nonostante gli anni luce di differenza tra la nostra realtà e quello spirito associativo che ha spesso ispirato il modello anglosassone. Basta contentarsi si potrebbe dire, ma visti i pure presenti elementi positivi di solidarietà umana talvolta realizzati, perché non sperare in un salto di qualità. Ci tornerò, lo prometto. Il Circolo è parte di me e non voglio troncare discorsi che mi sono cari.